Napoli , 06/12/2022 – Solidarietà al popolo di Ischia dall’AIIN.
ISCHIA, TRAGEDIA LARGAMENTE ANNUNCIATA…
Siamo tutti scossi dall’immane tragedia di Ischia. Siamo vicini ai familiari delle vittime di Casamicciola e a tutte le persone coinvolte, alla morte ogni parola sembra superflua. Eppure, in questi momenti di sconforto e dolore è importante trovare le parole adatte per mostrare la propria vicinanza e dispiacere alle persone che hanno perso un parente o un amico. Questa tragedia ci richiama tutti alla responsabilità istituzionale e a un grande sforzo di unità per fornire il massimo sostegno possibile alla comunità dell’ Isola. Non è più possibile confinare il problema disastri ad una mera politica di gestione delle emergenze, la prima vera priorità deve essere la messa in sicurezza dell’Isola con strumenti di lungo periodo che mirano a diminuire il più possibile, la pericolosità, la vulnerabilità e l’esposizione. Serve una struttura ad hoc a livello locale, composta da professionisti del settore e conoscenza del territorio, che si occupi di pianificazione e prevenzione del territorio, non possiamo più permetterci dopo la tragedia di Casamicciola, intervenire post disastro. Servono studi di pianificazione urbanistica che tendono a delocalizzare abitazione, industrie e attività attualmente in aree a rischio, in aree urbane in sicurezza con monitoraggi continui sulla fragilità dell’intera Isola.
Bisogna sottoscrivere un documento programmatico insieme alle istituzioni locali che individua scenari di rischio collegati ai fenomeni franosi ed alluvionali presenti e/o previsti nel territorio ed associa ad essi normative, limitazioni nell’uso del suolo e tipologie di interventi, strutturali e non, che sono finalizzati alla mitigazione dei danni attesi. Inviata una lettera di solidarietà all’Associazione Ingegneri di Ischia: “Siamo disponibili a collaborare con la vostra Associazione per qualsiasi iniziativa affinché l’Isola di Ischia possa risorgere presto più bella di prima” dice il Presidente dell’Associazione Ingegneri Indipendenti di Napoli ing. Nicola Basile. La reiterata e irresponsabile gestione del territorio dell’isola, con l’accelerazione provocata dagli effetti del cambiamento climatico, è diventata una bomba innescata e pronta ad esplodere.
Purtroppo, la situazione dei sei Comuni dell’Isola è nota da tempo: le mappature delle aree a rischio sono ufficiali e pubbliche. Sulla base delle perimetrazioni del Piano di Assetto Idrogeologico, nel Comune di Ischia (il più grande dell’isola) si stima che quasi 3.700 persone vivano nelle aree con pericolosità di frana elevata o molto elevata. Nel Comune di Barano un terzo della popolazione vive in zone considerate a rischio frane elevato o molto elevato, percentuali sostanzialmente analoghe si registrano anche nel comune di Serra Fontana. Nel Comune di Forio si stima che oltre 1.150 persona vivano in zone a rischio elevato mentre sarebbero circa 900 quelle nelle zone ad alto rischio. Nel Comune di Lacco Ameno, il più piccolo dell’Isola, sarebbero oltre 550 i residenti nell’area a rischio molto elevato, mentre più di 400 quelli nell’area di rischio elevato. Nel comune di Casamicciola, quello interessato dai drammatici fatti di questi giorni, 800 abitanti circa sono nelle aree a rischio molto elevato e oltre 1.200 in quelle a rischio elevato.
Non serve essere tecnici per comprendere che quanto meno le costruzioni abusive e quindi illegali non possono essere tollerate perché costituiscono un moltiplicatore di rischio che va ben oltre le persone che le abitano.
Oggi siamo costretti, per l’ennesima volta, a piangere morti che si sarebbero potute evitare. Ma alla solidarietà nei confronti delle loro famiglie si aggiunge la rabbia e la richiesta di accertare le responsabilità anche politiche che sono alla base di questa tragedia. È infatti evidente che in presenza di precipitazioni cospicue, che con il cambiamento climatico ormai stanno diventando la regola e non l’eccezione, la presenza di immobili e opere abusive, che continuano ad esistere a causa dell’inerzia o addirittura della tolleranza della Pubblica Amministrazione se non dei governi, rappresentano un moltiplicatore di rischio oltre che un intollerabile oltraggio alle vittime.